giovedì 30 dicembre 2010

Natale ai fornelli?

Natale ai fornelli?? No, purtroppo anche quest'anno non mi è stato possibile.
Come sempre infatti questo periodo a lavoro è piuttosto impegnativo e fino alla vigilia siamo ben indaffarati, ragion per cui ultimamente ho un po' trascurato anche il blog...

Tant'è, c'è chi ha pensato di rendermi indaffarata in cucina nel prossimo futuro... quali azzeccati regali poteva desiderare di ricevere un'aspirante cuoca?


La cesta natalizia ricolma di ogni bontà! Ogni anno a natale i datori di lavoro ne consegnano una a testa e devo ammettere che è sempre bella e ricca. Quella dello scorso anno, dopo averci dato fondo per bene, l'ho conservata e riutilizzata per riporre la biancheria da stirare.
Ogni anno quando la apro rimango 10 minuti buoni a guardarmi incantata ogni prodotto scintillante assando in rassegna velocemente dall'uno all'altro! In genere tanti prodotti nella mia lista della spesa è difficile che vi trovino spazio, e questa è l'occasione buona per prepararli e finalmente assaggiarli:

Cioccolato fondente dell'Ecuador, amaretti, pasta artigianale, peperoni alla contadina, mango e papaya dei Caraibi, le immancabili lenticchie, spumante Gancia e una bottiglia dddel buon Cabernet, uno stinco precotto (che sarà presto protagonista di qualche ricetta), marmellata di papaya, sale rosa dell'Himalaya, funghi misti secchi con porcini, salsa di funghi porcini, amaretti, brezel, caffè, aceto balsamico di Modena I.G.P...


E poi c'è il regalo della mia mamma! Oltre ad una coloratissima tovaglia, adocchiata quest'estate in un negozio di tessuti a Molveno (TN) che mi piaceva tanto, il ricettario di Benedetta Parodi, Cotto e mangiato, il primo volume per intenderci, non il nuovo che stanno reclamizzando in questi giorni.
Ho cominciato a leggerlo tutto d'un fiato, ed è piacevole anche perché le ricette sono presentate con un commento di Benedetta, sul piatto presentato, sulla sua famiglia o su come presentarlo... insomma come leggere un blog!

E quindi Buon Natale e Buona Cucina a tutti!

giovedì 23 dicembre 2010

Sfogliatelle con verza e pancetta


Avete mai dato un occhio a quel forma che trasmettono su La7 la domenica sera dove famosi personaggi dello spettacolo si improvvisano per un giorno chef e devono proporre e cucinare un menù da ristorante da sottoporre ad una più o meno severa giuria di critici?

In una puntata l'attrice Veronica Logan ha presentato come primo piattodei tagliolini conditi con la verza, e così ho pensato di rifarli a casa per finire la verza che mi era rimasta in frigo solitaria.
Ho variato qualche ingrediente, in particolare sostituendo il porro con la cipolla rossa di Tropea che mi piace tanto!

Ingredienti per 2 porzioni

140 gr di sfogliatelle ruvide all'uovo
4 foglie di verza
50 gr di pancetta a dadini
½ cipolla rossa di tropea
½ bicchiere di latte
sale, pepe

Far rosolare la pancetta su una padella antiaderente senza nessun altro condimento per circa 5 minuti. Su un'altra padella far soffriggere la cipolla affettata sottilmente con olio extra vergine d'oliva, aggiungere la verza
lavata e tagliata a listarelle e lasciar cuocere per altri 5 minuti aggiungendo un mestolino d'acqua calda. Unire la pancetta, far saltare e versare il latte.
Lasciare sobbollire per un altro minuto.
Nel frattempo avrete lessato la pasta in abbondante acqua salata, scolate molto al dente e finire la cottura saltandola nella padella del condimento, salare e pepare (non troppo perché la pancetta è già saporita di per sé) e servire calda.

Le sfogliatelle che ho usato, che non sono nient'altro che dei taglierini all'uovo, sono abbastanza ruvide e quindi ottime per questa preparazione poiché assorbono bene il latte che, a fine cottura, risulterà avere quasi la consistenza di una cremina leggera.

domenica 12 dicembre 2010

Arrosto di vitello


Avremo ospiti! Per chi lavora tutto il giorno il tempo è tiranno! Ci sono da fare le pulizie, la spesa dell'ultimo minuto per la verdura e la frutta, riordinare la casa, e organizzare la giornata... Ecco il trucchetto che ci
consente di risparmiare un po' di tempo in cucina e offrire comunque un secondo di carne importante e buono.
L'arrosto, se ben fatto e morbido, si presta ad essere cucinato in largo anticipo, congelato con il suo sughino, e pronto ad essere scongelato al momento del bisogno... e rimane sempre buono!

Ingredienti

Un pezzo di vitello possibilmente magro
aglio
olio extra vergine di oliva
vino bianco
sale, pepe
rosmarino
peperoncino
dado per brodo di carne

Legare l'arrosto bello stretto con spago da cucina, infilandoci sotto e sopra due rametti ben lavati di rosmarino.



Sigillare nell'olio caldo, insieme a 1-2 spicchi d'aglio e un peperoncino, l'arrosto così legato dapprima alle due estremità laterali e poi da tutti i lati. Quest'operazione consente di mantenere all'interno i liquido dell'arrosto, per mantenerne morbidezza e sapore.
Quando la superficie del vitello ha preso un colore brunito, bagnare con il vino bianco e far evaporare. Aggiungere mezzo dado da brodo, un po' di sale e pepe e continuare la cottura sul fuoco per quasi due ore, aggiungendo brodo caldo quando serve e rigirando l'arrosto di tanto in tanto per farlo cuocere
uniformemente.
Infilzare l'arrosto con uno stecchino per provare la cottura, se risulta morbido spegnere il fuoco e lasciar raffreddare.
Quando è bello freddo, tagliarlo a fettine con un coltello ben affilato e riporlo in un contenitore da freezer insieme al liquido rilasciato dall'arrosto.
Chiudere ermeticamente e riporre in freezer con un etichetta indicando contenuto e data.
Basta scongelarlo a temperatura ambiente qualche ora prima o in microonde e scaldarlo!
Accompagnarlo con patate arroste o altra verdura di stagione.

domenica 28 novembre 2010

Crema di parmigiano e pangrattato


Il mio compagno dice che dovevo chiamare questo blog “Le ricette della nonnina”, perché mi piace al rientro a casa durante le freddi sere d'inverno, assaporare una calda e corroborante minestra calda, come faceva la mia cara nonna.
Eppure, dai e dai, insaporendole con verdure, aromi, spezie e tutto quello che ci detta la fantasia, è possibile preparare ottime zuppe e creme davvero gustose e sostanziose. E infatti ormai è proprio lui che spesso e volentieri mi chiede di preparala!
Altro che brodino! Come questa crema, trovata tra le ricette della “Cucina Veloce” della collana “Il cucchiaio d'argento”.

Ingredienti

1 litro di brodo di carne
farina 40 g
parmigiano grattuggiato 10 g
burro 30 g
1 uovo
2 cucchiai di pangrattato
noce moscato
sale pepe
2 fette di pancarré

Portate a bollore il brodo, nel frattempo in una ciotola lavorate a crema il burro lasciato ammorbidire con un pizzico di noce moscata e mezzo cucchiaino di pepe. Unire l'uovo sbattuto, la farina, il parmigiano il pane grattuggiato e salare. Frullare con il minipimer.
Versare il composto in una casseruola, unire il brodo a filo, regolando la quantità a seconda della consistenza che preferite dare alla vostra crema.
Regolare di sale e pepe, appena raggiunge il bollore togliete dal fuoco e servite con un filo d'olio.

Trucchetto: se l'uovo vi si rapprende, frullate un poco la crema con il minipimer.


Potete servirla con dei crostini di pane. Io avendo sempre di scorta del pan carré, ho tagliato due fette a cubetti e fatto dorare in una padellina insieme al burro oppure tostarli in forno se per caso lo avete acceso per altre preparazioni.

domenica 21 novembre 2010

Sformatini funghi e pecorino


Quanto è golosa la polenta con i funghi e il formaggio fuso? E com'è piacevole il sapore morbido ed avvolgente che stuzzica il palato! Per variare la composizione ho trovato questa ricetta sulla collana di cucina veloce del Cucchiaio d'Argento, modificato come sempre quantità e qualche ingrediente, per venire incontro alla dispensa semi vuota causa rientro da super viaggio a Sharm di ormai qualche mese fa... Pronti e sformati!

Ingredienti per 4 sformati:

25 gr di burro
25 gr di farina
250 ml di latte
2 uova
20 gr di grana grattuggiato
20 gr di pecorino grattuggiato
180 gr di funghi trifolati (in latta)
sale, pepe, noce moscata

Preparare una besciamella sciogliendo il burro in un pentolino, aggiungere la farina setacciata e mescolare fino a formare il roux. A questo punto aggiungere il latte a temperatura ambiente, portare a bollore e lasciar cuocere per 10 minuti. Regolare di sale e noce moscata.
Quando la salsa besciamella si è intiepidita aggiungere i formaggi, i tuorli uno ad uno e gli albumi precedentemente montati a neve. Regolare di sale e pepe.
Montare gli sformatini riempiendo degli stampini imburrati e infarinati (o quelli in silicone) per metà di besciamella, aggiungere 2 cucchiai di funghi (scolati dal liquido di conservazione e a piacere saltati con uno spicchio d'aglio) e ricoprire con la besciamella.
Infornare per 15-20 minuti a 200°. Lasciar intiepidire, sformare e servire accompagnati da fettine di polenta.

venerdì 5 novembre 2010

Cocottine di zabaione con amaretti e cacao


La nonna preparava lo sbattutino ai nipotini, con uova e zucchero, una merenda golosa e ricostituente. Eppure basta aggiungere del marsala per creare un morbido zabaione che diventa dessert per gli adulti e che possiamo arricchire con mille e più varianti.


Ricetta base imparata al corso di cucina! E apprezzata in casa!

Ingredienti

3 tuorli d'uovo
3 cucchiai di zucchero
6 cucchiai di marsala
4 amaretti
cacao amaro

Sbattere i tuorli con lo zucchero fino a che diventano spumosi. Aggiungere il marsala e cuocere poi il composto bagnomaria, mescolando delicatamente fino a quando l'uovo comincia a gonfiarsi.

Preparare le coppette sbriciolando sul fondo due amaretti, versare lo zabaione e prima di servire spolverizzare con il cacao amaro.

domenica 31 ottobre 2010

Ruote alla zucca, funghi e panna


Che bello l'autunno quando le foglie si tingono dei colori dell'ambra, del bronzo e del rame, dove il colore rosso vivo si mimetizza in un fuoco ardente, l'aria è pura nelle giornate terse, quasi una primavera che matura, diventa adulta e saggia e ci concede i suoi frutti dal sapore più intenso e corposo, da assaporare con giudizio.
E vagabondando per i mercati si trovano quei bei cesti di zucche dai colori e dalle forme più strane, vari oggetti di culto, decorativi centri tavola, animali trasformisti che spuntano poi nei nostri piatti.
Come un primo confortante come questo, a cui abbiamo aggiunto un altro notevole protagonista delle nostre tavole autunnali, i funghi, legati assieme dalla morbida panna, perché la golosità va accontentata per prepararsi al freddo dell'inverno!

Ingredienti
180 gr di ruote
¼ di zucca gialla
50 gr di funghi misti
125 gr di panna da cucina
mezza cipolla
olio d'oliva extra vergine
sale, pepe q.b.

Pulire e tagliare la zucca a tocchetti, farla ammorbidire in una pentola con un filo d'olio aggiungendo acqua o brodo caldo quando serve per non farla attaccare alla pentola ed accelerare la cottura.
In un'altra pentola soffriggere la cipolla tritata finemente, aggiungere la zucca e i funghi precedentemente cotti insieme ad mezzo spicchio d'aglio e affettati leggermente. Cuocere per una decina di minuti, salare e pepare ed unire la panna. Lasciar sobbollire per altri 5 minuti.
Lessare la pasta, scolarla al dente e mantecarla con qualche cucchiaiata della salsa di zucca aiutandosi con un mestolo di acqua di cottura della pasta tenuto da parte.
A piacere spolverizzare con grana grattugiato.

venerdì 29 ottobre 2010

Ancora ricette su Smilla Magazine!

E' incredibile, quando si comincia a gestire un blog di ricette piano piano si scopre di quante persone condividano la tua stessa passione: la cucina!
E' così che ho scoperto anche Smilla Magazine, un portale che ti consente di conoscere moltissime altri blogger e ricette sfiziose e di far conoscere le proprie!
Se vi va di curiosare un po' ecco il link: Smilla Magazine
Buona navigazione!

lunedì 25 ottobre 2010

Crostata di marmellata al mirtillo


Classica, fragrante, dolce e veloce da fare. E' stata letteralmente spazzolata nel giro di due giorni!

Ingredienti

300 gr di farina 00
100 gr di zucchero
150 gr di burro
1 uovo
1 pizzico di sale
1 bustina di vanillina
1 vasetto di marmellata ai mirtilli

Nel mixer mescolare la farina e il burro a tocchetti fino a quando l'impasto assume un aspetto granuloso. Aggiungere le uova, o zucchero, un pizzico di sale e la vanillina e mescolare ancora finché l'impasto non prende la consistenza di una palla che comincia a staccarsi dalle pareti del mixer. Se serve aggiungere
un po' d'acqua fredda.
Togliere la pasta dal mixer e compattarla dando la forma di una palla senza lavorare troppo la pasta. Avvolgerla nella pellicola trasparente e far riposare in frigo per 20-30 minuti.
Stendere la pasta dello spessore di pochi millimetri (più è sottile e più risulta delicata) e riporla su uno stampo per crostata imburrato e ricoperto sulla base da carta da forno.
Con la pasta rimanente formare dei filoncini che appiattirete lungo il bordo con i rebbi della forchetta, e delle strisce piatte ricavate tagliandole dalla pasta stesa con la rotella ondulata per guarnire la crostata.
Spalmare la marmellata sulla crostata e guarnire con le strisce di pasta.
Infornare a 180° per 20-25 minuti. Se la base dovesse presentarsi poco cotta lasciare asciugare in forno altri 5 minuti.
Sfornare, lasciare intiepidire e buona merenda!

venerdì 22 ottobre 2010

Polpettine in salsa di pomodoro



Sempre gustose e versatili le polpette, facili e simpatiche. A casa mia di solito le facciamo fritte.
Questo giro le cuciniamo nella salsa di pomodoro, che bontà poi farci la scarpetta col pane!!

Ingredienti

570 gr di carne macinata (sarebbe ottimo quella di vitello)
200 gr di ricotta
1 uovo
pane grattuggiato
sale e pepe
prezzemolo
olio d'oliva
mezzo flacone di passata di pomodoro
1 rametto di rosmarino

Amalgamare nel mixer la carne macinata con la ricotta, unire l'uovo, il sale e il pepe. Versare il composto in una terrina e aggiungere pan grattato fino ad ottenere un composto ben amalgamato e omogeneo. Insaporire con il prezzemolo tritato.
Con una cucchiaiata di carne formare con le mani una polpettina e così via fino ad esaurimento del composto.
In una pentola far scaldare l'olio con uno spicchio d'aglio tritato, aggiungere la passata di pomodoro e il rosmarino. Salare e pepare e aggiungere le polpettine lasciandole cuocere nel sugo per circa 20 minuti.

venerdì 8 ottobre 2010

Pesto alla genovese


Siamo ormai agli sgoccioli, l'autunno è già cominciato e tra non molto le fredde giornate ci porteranno anche l'inverno. Le nostre piantine aromatiche sono ancora rigogliose, maggiorana, timo... solo il basilico comincia ad avvertire e i primi cedimenti.
Così, presa dall'impeto, l'altra sera ho mutilato i rametti e ho preparato il pesto!
In maniera molto casalinga e veloce ho riempito il frullatore con le foglie di basilico ben lavate (una terrina abbondante di foglie raccolte), 3-4 cucchiai di grana grattugiato e 2 cucchiai di pecorino, mezzo spicchio d'aglio tritato, 2 cucchiai di pinoli, sale, e olio extra vergine d'oliva in abbondanza!


Una frullata veloce, e della nostra bella pianta di basilico, orgoglio del giardino dei Bubu, non sono rimaste che pochi rametti sparuti, quel che basta per condire un po' d'insalata, ma il pesto appena pronto sugli spaghetti al dente... che delizia!

mercoledì 22 settembre 2010

Mini Quiche Lorraine


Ultima lezione del corso di cucina, argomento da trattare: gli antipasti. Vi domanderete come mai gli antipasti proprio alla fine del corso? In realtà questa lezione per me è un recupero di quella persa con il corso precedente, che causa febbrone sono stata obbligare a saltare...
E ci tenevo particolarmente a seguirla, l'antipasto è una delle portate che prediligo, l'appetito è ancora integro, l'aspettativa alta, due elementi che mi permettono di gustare il piatto al meglio!
Ci sono state spiegate diverse ricette base, io riporto la preparazione della pasta brisè per confezionare delle mini quiche.
Appena sfornate sono davvero deliziose!

Ingredienti

Per la pasta brisè

300 gr di farina
150 gd di burro
70 gr di acqua
sale

Per il ripieno

2 tuorli
100 mi di panna fresca
50 gr di grana grattuggiato
50 gr di pancetta affumicata
sale, pepe
noce moscata

Preparare la pasta brisé. Io ho utilizzato il mixer con il quale è davvero veloce preparare la base per le nostre mini quiche. Amalgamare la farina setacciata , il burro da frigo a pezzetti e un pizzico di sale a velocità
intermittente per non surriscaldare il burro. Quando l'impasto diventa granuloso aggiungere l'acqua fredda fino a formare una palla.
Ricoprire l'impasto con carta trasparente e far riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.

Nel frattempo preparare una salsa royale mescolando insieme i due tuorli d'uovo, la panna, il latte, sale e noce moscata.
Per il nostro ripieno aggiungere 4-5 cucchiai di grana o parmigiano grattuggiato.

Ritirare la pasta brisé dal frigo e aiutandosi con mattarello e farina stendere una sfoglia sottile.
Con un taglia pasta rotondo ricavare tanti forme di pasta con le quali andremo a ricoprire altrettanti stampini che metteremo nuovamente a riposare in frigorifero per altri 20 minuti dopo avere bucherellato la base con una forchetta.

Procedere con una prima cottura in bianco per 10 -15 minuti a 180°. Ritirare dal forno e farcire con uno-due cucchiai di salsa e qualche dadino di pancetta e far cuocere per altri 6-8 minuti fino a quando cominceranno a dorarsi in suoerficie.
Lasciar intiepidire e gustare!
 

sabato 11 settembre 2010

Budino del coniglietto


A Pasqua mi sono stati regalati i coniglietti dorati della Lindt. Sono golosa sì di cioccolato fondente delle uova di Pasqua, ma devo dire che a quello al latte vi rinuncio più facilmente. Così i coniglietti mi hanno tenuto compagnia ancora per un po', anche perché non volevo proprio saperne di romperli.

La ricetta è tramandata da mia nonna, che quando io e mia sorella eravamo piccole, e dopo aver scartato avidamente le uova di cioccolato, scoperto la sorpresa e assaggiato qualche pezzettino di cioccolato, raccoglieva scrupolosamente ogni avanzo di cioccolato delle uova in grandi barattoli di vetro o contenitori di plastica per poi fonderli in una gustosa merenda!


Ingredienti

2 coniglietti pasquali di cioccolato al latte (200 gr)
2 cucchiaini di cacao amaro
2 cucchiai di zucchero
8 bicchieri di latte
3 cucchiai di maizena
5 cucchiai di farina 00
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di rum

Mescolare insieme farina, maizena, cacao, zucchero (me ho messo poco perché il cioccolato al latte è già dolce, usando solo cacao amaro ne andrebbe aggiunto di più...) e un pizzico di sale. Stemperare bene con un po' di latte finché il composto risulta omogeneo e senza grumi, versare il latte rimanente e porre sul fuoco. Mescolare e quando il latte bolle, abbassare la fiamma e aggiungere il cioccolato al latte spezzettato. Continuare a mescolare per sciogliere bene il cioccolato e continuare la cottura per altri 10-15 minuti, finché il budino comincia a rassodarsi. Unire il rum.
Togliere dal fuoco e versarlo in uno stampo. Far intiepidire e poi raffreddare in frigorifero per almeno 3 ore.
Io l'ho fatto la mattina e sformato la sera e guarnito con ciliegine candite!


venerdì 10 settembre 2010

Il giardino dei sogni


Una giornata di sole, il prato, o quel poco che ormai vi resta dalla calura estiva, poco umido, un lieve tepore ma frizzante di una mattina di primo settembre. Le condizioni ideali per il lavoro di giardinaggio che già da una settimana Bubu continua a ricordarmi con dolce fermezza...

La primavera e l'estate ci hanno donato molti colori quest'anno: il color glicine della lavanda, i pastelli della portulaca, il rosso e il giallo dei tulipani e il fucsia dei giacinti. Il profumo del gelsomino, l'inebriatezza delle erbe aromatiche.

Nonostante tanta ricchezza il giardino dei Bubu si è nuovamente infestato di graminacee, causa la terra arida e incolta che ci siamo trovati quando abbiamo traslocato qui. E così due o tre volte l'anno ci troviamo a fare i conti con rastrello, terra, concimi vari per cercare di reinfoltire il manto erboso all'inglese che sia noi che il micio Duilio sogniamo.

Mauro ha pure noleggiato un arieggiatore, strumento di cui fino a pochi giorni fa non conoscevo l'esistenza, e che serve a smuovere un po' il terreno liberandolo dall'erba secca e dai muschi, permettendo alla terra di respirare e di lasciar attecchire i nuovi semi.

Così dopo una buona colazione in pasticceria ed essere passati dal ferramenta per ritirare il nostro amico arieggiatore, ci accucciamo in giardino ad estirpare mano a mano le erbacce. E' un lavoro abbastanza faticoso che ci porta via un'ora buona, e che ogni tanto fa spazientire: togli una pianta e subito accanto eccone altre tre o quattro che ti osservano beffarde!

Una volta fatta piazza pulita di queste infestanti, Mauro taglia l'erba e poi passa l'arieggiatore. Sul prato lascia dei solchi di 1 centimetro, e raccogliamo diversi sacchetti di erba secca e muschio. Rastrelliamo il rimastoe poi Mauro procede con la semina e la copertura con terriccio nuovo.
Un'innaffiata generale ed ecco il prato pronto ad accogliere nuovi fili d'erba sottili. Duilio zompetta dapprima timidamente sulla terra bagnata per poi correre al galoppo su e giuù da una parte del cortile all'altra!


Io intanto raccoglio gli ultimi fiori di lavanda che quest'anno ci ha generosamente inondato con il suo profumo intenso e il colore lilla della Provenza. Abbino i gambi in diversi mazzi e li ripongo ad essicare. Tra qualche settimana ne raccoglierò i fiorellini per riempirne i sacchetti profumabiancheria. Magari proverò a fare anche lo sciroppo del quale alcune cuoche blogger hanno già postato la ricetta.

Devo ammettere a lavoro ultimato che Bubu è stato proprio bravo: speriamo che qualcosa spunti, e che la semina non serva solamente a nutrire gli uccellini del circondario!

domenica 5 settembre 2010

Pizza pazza, pazza pizza!


Voglia di pizza! Con tutta la pioggia che è venuta giù e le temperature bruscamente in discesa ci si può concedere di riaccendere il forno per sfornare una bella pizza fatta in casa. Oggi provo una nuova ricetta, trovata su Sale e Pepe perché, ahimè, ne ho provato tante ma non mi viene mai come vorrei.
Con queste dosi la pasta è venuta morbida e liscia ma ho fatto un po' fatica a stenderla, anche perché a Mauro piace molto sottile.

Ingredienti

500 gr di farina 0
25 gr di lievito fresco
acqua
sale e origano
1 cucchiaio di olio
salsa di pomodoro
2 mozzarelle

In un bicchiere stemperare il lievito con mezzo decilitro di acqua tiepida, aggiungere 2 cucchiai di farina e mescolare fino ad ottenere una pastella abbastanza densa. Lasciar lievitare per 30 minuti circa.
Preparare l'impasto per la pizza disponendo la rimanente farina a fontana, al centro unire il lievito, l'olio, un'aggiunta di sale e 2 decilitri di acqua tiepida. Lavorare per 10 minuti aggiungendo acqua se necessario finché la pasta non si appiccica più alle dita.
Formare 2 palle e lasciar lievitare per circa due ore in luogo asciutto.
Trascorse le 2 ore lavorare ancora per qualche minuto i due panetti di pasta per far sì che l'impasto si sgonfi, stendere la pasta con il mattarello aiutandosi con i polpastrelli per allargare l'impasto e darci la forma della pizza e lasciano un po' più' spessi i bordi..
Stendere la passata, preventivamente salata e dare una prima scottata in forno caldo a 220° per 8 minuti. Aggiungere la mozzarella tritata a dadini (e lasciata precedentemente sgocciolare bene) spolverizzando con l'origano ed ultimare la cottura per altri 5-7 minuti.

mercoledì 25 agosto 2010

Canederli allo speck


Ultima tappa delle vacanze estive di quest'anno è Molveno, località di montagna adagiata sull'omonimo lago ai piedi delle Dolomiti di Brenta, sull'altopiano della Paganella. Vi avevo già trascorso le vacanze per due anni di seguito 12 o 13 anni fa e da allora ho sempre conservato il ricordo del lago dai riflessi turchini, di un azzurro che t'incanta...
Tornare è stato riscoprire questa meraviglia, circondata da ghiaia bianca e da un prato tagliato e curato come solo in posti dove la cura e l'attenzione della gente ospitale della montagna sa fare.


Abbiamo alloggiato in un albergo proprio vicino al lago, in prossimità del ruscello attraversato da un ponte decorato con fiori rossi che porta alla spiaggia, e accanto alla piccola cappella di San Vigilio, che di sera
illuminata mostra il lato affascinante di sé.
Il centro del paese, che si trova poco sopra il lago, è costituito da una via principale pedonale che diparte dalla chiesa parrocchiale fino alla fine del centro con gli alberghi principali. Lungo la via si trova una lunga serie di negozietti in cui sono entrata più volte con gli occhi luccicanti di curiosità!
Adoro l'artigianato locale che si trova in montagna: dagli oggetti in legno alle stoffe tirolesi, per non parlare delle grappoteche e dei negozi di specialità gastronomiche nei quali ho approfittato per acquistare souvenir e
ricordini da regalare.
Giorno dopo giorno, nell'armadio si accumulano pacchetti e pacchettini colorati e la voglia di acquistare qualcosa anche per la casa dei Bubu cresce sempre più! E' così che mi concedo il lusso di comprare la famosa casetta per gli uccellini che cerco ormai da un paio d'anni, una bambola di pezza che mi
faceva troppa tenerezza ed una deliziosa tovaglietta per la colazione con fragoline rosse stampate... Eh, I love shopping!


Ed eccoci alla ricetta del giorno. Rientrata a casa non ho potuto fare a meno di preparare, in omaggio alla vacanza trentina, i canederli allo speck, riutilizzando così il pane raffermo conservato ultimamente.
La ricetta l'ho presa da un libro di specialità delle Dolomiti acquistato la scorsa estate in Cadore. Buoni, buoni e buoni!

Ingredienti

300 gr di pane bianco raffermo
100 gr di speck tagliato pezzettini piccoli
3 uova
3 dl di latte
farina q.b.
1 cipolla
30 gr di burro
prezzemolo
sale, pepe
1,5 dl di brodo di carne

Sbriciolare il pane raffermo e raccoglierlo in una terrina insieme allo speck.
Sbattere le uova con 2 dl di latte, il sale, il pepe e un ciuffetto di prezzemolo tritato. Versare il composto di uova al pane e lasciare ammollare per almeno 1 ora.
Tritare la cipolla sottile e soffriggerla nel burro. Unirla
al pane insieme alla farina e al latte rimasto mescolando fino ad ottenere un composto omogeneo e colloso. Regolare di sale e pepe se serve e lasciare riposare in frigorifero per 15 minuti.


Ritirare dal frigo e formare 8 canederli del diametro di 6,5-7 cm aiutandosi con un po' di farina se necessario.


Cuocere nel brodo bollente per 15 minuti circa oppure lessare in acqua salata e condire con burro fuso insaporito con salvia o maggiorana.

lunedì 16 agosto 2010

Mezze penne all'ortolana


Domenica ore 12, situazione frigorifero: mezzo peperone giallo, 1 zucchina da consumare in fretta, qualche sottiletta, pomodori a volontà! Ho passato buona parte della mattinata a preparare intingoli e verdure varie per la settimana, per avvantaggiare Bubu che così si trova già qualcosa di pronto da portare a
lavoro e per me che così posso riposare un po' durante la pausa pranzo.
Adesso voglia di pensa anche al pranzo proprio non ne ho e s'improvvisa così questa pasta saltata veloce ed estiva!

Ingredienti

170 gr di mezze penne
mezzo peperone giallo
1 zucchina piccola
1 sottiletta
1 pomodoro San Marzano
sale, pepe, peperoncino
olio di semi
olio d'oliva


Lavare, mondare e tagliare a striscioline sottili il peperone e la zucchina.
Asciugare bene con carta da cucina e friggere in abbondante olio di semi ben
caldo. Asciugare la verdura fritta su carta da cucina e salare.
Nel frattempo scottare il pomodoro per 1 minuto in acqua salata, spellarlo, eliminare i semi e tagliarlo a striscioline sottili.
Lessare la pasta in acqua salata e scolare molto al dente.
Concludere la cottura delle mezze penne saltandole in padella con le verdure fritte e il pomodoro con un giro d'olio, aglio e mezzo peperoncino sbriciolato.
Per ultimo aggiungere la sottiletta a pezzettini. Salare, pepare e servire caldissime!

giovedì 12 agosto 2010

Diario di viaggio (terza ed ultima parte)


Una storia a parte merita il mare di queste coste. Chi mai penserebbe che l'altra metà dell'Adriatico ci riserva delle acque così limpide e cristalline? Da qui, seduta sugli scogli, popolati da granchi timidi, si possono osservare i pesci nuotare pacifici, i ricci ancorati saldamente ai fondali, le lumachine e i paguri che si spostano sugli scogli in cerca di rifugio da un'onda più imponente.


In prossimità della riva l'acqua è di un colore verde limpido e mano a mano che il fondale scende di profondità si tinge sempre più di smeraldo, poi di un azzurro intenso fino al blu profondo che ci raggiunge dall'orizzonte.
Immergersi richiede un po' di coraggio perchè la temperatura dell'acqua è un po' più bassa rispetto ai nostri lidi veneti. Abbozzo un tentativo dapprima in punta di piedi, poi fino a metà gamba, mi siedo sugli scogli rinfrescandomi le braccia e le spalle. Infine cedo e con un balzo impaurito mi lascio inghiottire dall'acqua gelida, un brivido, qualche bracciata e finalmente rimango circondata da un refrigerio ineguagliabile di libertà!

Ci sono parecchie famiglie che si dedicano allo snorkelling: indossati pinne, boccaglio e maschera si lasciano ipnotizzare dalla ricerca incessante di vita negli abissi. E' interessante osservare soprattutto i bambini mezz'ore intere galleggiare a pelo d'acqua, vedendo spuntare solamente il boccaglio, quasi una pinna di un pesce, ogni tanto immergersi in profondità con una veloce pinnata, e riemergere poco sventolando il trofeo di quell'avventura: il guscio di un riccio, un sasso dalla forma fantasiosa, qualche conchiglia strappata agli scogli.

Personalmente non ho molta confidenza con il respirare sott'acqua, in parte perchè l'acqua particolarmente salata di questi mari mi si insinua negli occhi molto sensibili rendendomi completamente cieca. Il penultimo giorno però decido di avventurarmi anch'io e per una ventina di minuti buoni ripercorro il fondale in prossimità della riva dove ci stabiliamo solitamente. E' davvero un mondo incantato, forse non così popolato e colorato come quello egiziano visitato qualche mese fa, ma sempre affascinante! Scorgo i gusci di qualche riccio azzurri e verdi, dei piccoli pesci neri corvino ed altri pesciolini azzurri con una cavigliera scura sulla pinna.
Nuoto sopra un branco di centinaia di pescetti grigi che il riflesso rende di un verde quasi trasparente e trovo anche dei pesci più grossi e con qualche macchia rosa.
E' una giornata di sole splendida e il sole che filtra nell'acqua illumina a specchio questo mondo sommerso!
Il giovedì sera, incuriosita dalla recensione di Vbrnk, piccolo paesino arroccato su di una collina a una decina di chilometri da Silo, ho proposto un'escursione serale a questa località, anzichè la consueta passeggiata gelato a Silo. A dirla tutta la sera precedente eravamo stati a Malinska, colorata, scintillante, gremita di ristoranti e locali all'aperto che propongono cocktail dai nomi suggestivi ed esotici, giardini in stile lounge pronti ad ospitare la movida dell'isola. Lo stesso centro residenziale è costituito da villette curate e moderne.


Approdare a Vbrnk è invece un po' come tornare indietro negli anni. In questo piccolo centro il tempo sembra essersi fermato. E' scuro ormai fuori ma proveniendo dalla strada principale fiancheggiamo file e file di vigneti. La località è infatti conosciuta perchè qui si puo degustare un rinomato vino bianco locale, la zlahtina.

Ci dirigiamo a piedi verso le prime luci che provengono dalla piazzetta principale. E' piena di giovani che sorseggiano bibite fresche accomodati al bar e bambini che si divertono a gicare a palla o a sfrecciare sui loro monopattini luccicanti o reclamare un gelato ai genitori.
Ma dal centro apparente di vita e gioventù sono pochi i metri che ci separano dal salto indietro nel tempo. Basta imboccare un viottolo scosceso piastrellato da ciottoli irregolari e smossi per ritrovarci inghiottiti da case alte e strette, a prima vista abbandonate, quasi fossimo giunti in un paese fantasma.

Le nostre sensazioni sono presto smentite dalla vista di panni stesi a cordicelle e stendini, da qualche bagliore proveniente da minuscole finestre nascoste da tendine, ogni tanto qualche angolo illuminato da lumini ossequiosi dove sono disposte delle sedie. La nostra perlustrazione viene all'improvviso spaventata dai mormorii dei saggi del paese, aqquattati a crocchio in uno dei tanti angoli, quasi a ricordarci che siamo solo ospiti.

Il tutto ha un sapore arcaico, antico. Mi tornano alla mente immagini dei nostri paesi dell'entroterra, quelli più lontani, dove l'industrializzazione è rimasta ai confini.
Continuiamo velocemente in punta dei piedi il nostro viaggio, ma ogni vicolo da noi percorso ci riporta al punto di partenza, la piazzetta principale, alla realtà che ci appartiene e ci rassicura.

Troppo velocemente arriva anche l'ultimo giorno di vacanza in Croazia. La penultima sera decidiamo per un'altra spedizione gastronomica a Krk. Ritorniamo al nostro ristorante preferito dove stavolta scegliamo un bel piatto di grigliata mista di pesce, un generoso vassoio con scampi, cozze, tonno, un pesce tipo orata e calamari. A metà della nostra cena dal mare di fronte si leva un vento caldo ma forte, dei lampi improvvisi all'orizzonte, il cielo sempre più scuro brontola sempre più incessantemente.
Concludiamo alla svelta la cena, la musica di due suonatori di tromba che improvvisano uno spettacolino sul lungomare ci giunge sempre più vicina, trasportata dal vento, alcuni goccioloni segnano il piazzale. All'improvviso è un fuggi fuggi generale ma allegro. Siamo costretti a risalire a grandi passi il viottolo che qualche giorno prima ci aveva condotto lì, impedendomi così di andare in cerca del cappellino, delle posate colorate per la nostra tavola che avevo addocchiato in un negozietto, dei piccoli souvenir da portare a ricordo.
Il temporale si abbatte abbastanza violentemente sull'isola, il sonno è disturbato da continue raffiche di vento e pioggia; ci chiediamo prima di riabbandonarci ai sogni se domani ci verrà regalata l'ultima giornata di sole.


La mattina dopo ci sveglia una luce diversa, il cielo è ancora molto nuvoloso e a parte qualche spiraglio non promette una bellissima giornata. Ci avventuriamo ugualmente sugli scogli, il vento della notte si è addolcito e ci godiamo il riflesso delle onde per l'ultimo giorno. Ad un certo punto il cielo dietro la collina di fronte comincia a imbrunirsi, nuvoloni neri si avvicinano e il mare riflette una luce quasi irreale e spettrale.




E' uno spettacolo di luce che comincia a insinuarsi sulla pelle, ora sfiorata da un nuovo innalzarsi di vento. I colori del mare e del cielo, delle piante che ci avevano colpiti nei giorni passati, lasciano spazio ad una nuovo lato di quest'isola e di questa natura, quasi a non volerci lasciare andare prima di averci fatto
scoprire un'altro aspetto, non meno sorprendente.
Raccogliamo in fretta le nostre cose e rientriamo allo studio, ad ammirare dal balcone sul porto un'altro temporale.

mercoledì 11 agosto 2010

Diario di viaggio (e risotto ai frutti di mare)

Il lunedì sera ci siamo tolti il primo sfizio: dopo esserci lavati, preparati, truccati (questo vale solo per la metà femminile della coppia eh!) ci siamo diretti a Krk, capoluogo dell'isola, nonché la cittadina tra le più popolate e ricche dell'isola in termini di ricettività turistica e attrazioni culturali.

Parcheggiata l'auto a circa un chilometro dal centro, ci siamo infilati in uno stretto viottolo ciottolato delimitato da case alte accostate l'una all'altra, interrotte di tanto in tanto da balconcini fioriti o da cancelli che lasciano intravedere giardini nascosti e segreti che i veglioti (abitanti di Veglia o Krk) curano intimamente.

Dopo esserci persi in questo labirinto di viuzze e di segreti, raggiungiamo la piazzetta principale, La Vela Placa dalla quale dipartono altre stradine stavolta gorgheggianti di negozietti colorati di souvenir, abbigliamento da mare, gelaterie, paninerie, caffè e da quanto altro i turisti possono farsi tentare.

Il lungomare sul porto è un'altra lunga fila di bancarelle dai tendoni rosso scuro che nell'insieme appaiono allegre e romantiche. Anche qui mi fermo inebetita a far il pieno dei colori scintillanti di collanine, bracciali, minute sculture di elfi e folletti dipinti a mano, annusando ad occhi chiusi il profumo di mazzi di lavanda, di flaconi di miele di mille e più fiori...



Il mio desiderio si ferma su un cappellino di paglia legato alla base da un nastro con qualche fiorellino rosa. E' da un po' che ne sto cercando uno che mi piaccia e che mi stia bene. In genere li trovo troppo grandi per la mia testa o troppo da bambina o troppo insulsi, che non dicono niente o che distorgono il carattere di chi li porta.
Ne ho bisogno per proteggermi dal sole ed evitare di ingigantire delle antiestetiche macchie scure che si acuiscono con l'esposizione solare e che mi costringono a tornare a casa con la faccia bianca sul corpo abbronzato, grazie alla protezione totale che ritualmente stendo sul viso ogni mattina a formare una pellicola protettiva che non lascia passare quei raggi solari che prepotentemente mi hanno marchiata, a ricordo forse di un tempo vissuto senza il pensiero del domani.
Lo indosso, mi ritraggo nello specchio, mi dona, mi restituisce l'immagine romantica e romanzesca di me. Decido di pensarci su e di tornare ad acquistarlo al rientro dalla serata. Acquisti impulsivi come questi andrebbero conclusi subito, o si torna a mani vuote, come è successo con questo cappello...

Ma torniamo all'obiettivo della serata: scovare un posticino carino e a buon mercato dove cenare! Dopo un'attenta ma veloce valutazione dei primi tre ristoranti lungo il porto, optiamo per il già collaudato Konoba Sime. La coda all'ingresso e i tavoli esterni ocmpletamente occupati ci confermano che lo standard di due anni fa non è cambiato.
Dopo una decina di minuti si libera un posto per due e ci fanno accomodare ad un massiccio tavolone di legno scuro, in compagnia di un'altra coppia di italiani in vacanza.
Ordiniamo risotto ai frutti di mare, frittura di calamari e spiedini di scampi. Di risotto ce ne facciamo portare una porzione divisa in due, memori delle porzioni generose: è veramente saporito, ricco di seppioline, gamberetti, cozze e moscardini. Il riso è cotto a puntino e il sapore è morbido e avvolgente!


La frittura giunge anch'essa abbondante con, oltre ai calamari, ancora moscardini e gamberetti, non unta e croccante. L'unica nota meno positiva la riservo per gli spiedini, serviti su del riso in bianco, gustoso ma
con lo stesso sapore di quello ai frutti di mare e gli scampi non proprio molto saporiti. Il tutto alla modica cifra di 210 kune, 29 euro in due. Anche quest'anno prova pesce superata!

domenica 8 agosto 2010

Diaro di viaggio


Isola di Krk, o isola di Veglia, è una delle più grandi isole dell'arcipelago del Quarnaro, nel Mar Adriatico. Si trova direttamente sotto la penisola dell'Istria ed è collegata alla terraferma da un ponte a pedaggio. Comodità non da poco se si pensa che le altre isole sono raggiungibili altrimenti solo tramite il ferry con le conseguenti code ed attese.
Sabato 17 luglio siamo partiti di buon'ora, con il fresco che era ormai un'utopia e reso reale solo dal buon impianto clima della Lancia Y che carica di bagagli si dirige verso la nostra frontiera. E' una corsa che dura poco perché già in prossimità di Monfalcone siamo costretti in coda per quasi un'ora. E' un'attesa in compagnia di parecchi vacanzieri che come noi non vedono l'ora di giungere a destinazione, ed è interessante scoprire dalle targhe da dove provengono, immaginare dai bagagli dove siano diretti e cosa ognuno s'inventi per passare il tempo sbirciando dai finestrini! Ma non ci arrendiamo, la voglia di vacanza è troppa e verso l'ora di pranzo attracchiamo a Silo, una piccola località turistica che si affaccia sul litorale orientale dell'isola.
Qui domina una natura incontaminata, acque cristalline e una vegetazione ricca di oleandri, piante grasse, pinete marittime e arbusti.
Siamo ospiti come qualche anno fa della famiglia Cargonja, la cui abitazione è anche sede della capitanieria di porto, presieduta proprio dal nostro padrone di casa.


La casa, una bella e ampia costruzione bianca, con qualche bordo in pietra a vista e i terrazzini con le colonnine biance, caratteristiche delle abitazioni delle località marittime croate, è divisa in vari appartamenti che la signora Cargonja gestisce e affitta agli ospiti stranieri, sloveni, tedeschi e austriaci per lo più (lo dimostra il fatto che il satellitare riceve per la maggiore canali tedeschi). Il nostro “studio”, come lo chiamano qui, consiste in una stanza con il letto al centro, un angolo cottura, un piccolo bagno e il guardaroba. L'angolo più bello lo riservo alla grande parete finestrata che si affaccia sul giardino di ingresso di casa e da cui si scorge il piccolo porticciuolo, il mare blu e la collina occidentale del'insenatura di Silo da dove ci giungono le luci delle case lontane.


Inizialmente sono un po' disorientata poichè nella mia testa pensavo ci saremmo sistemati nell'appartamentino al pianterreno, con la cucina all'aperto e gli uccellini che due anni fa venivano a trovarci tra la vegetazione del
piccolo cortile in cerca di briciole da portare al nido.
Trascorriamo le nostre giornate in ozio e relax, la mattina presto ci posizioniamo sugli scogli proprio vicino a casa con al seguito tutto il necessaire del caso: materassini, teli mare, scarpette di gomma e da quest'anno
anche i tubi per galleggiare (quelli che uso anche al corso di acqua gym: fenomenali!).
Siamo accarezzati da un leggera brezza e gli unici suoni di sottofondo sono l'infrangersi delle onde sugli scogli e il richiamo di qualche gabbiano. Nei week end invece tutto si enfatizza: anche qui i pendolari armati di
pinne ed occhiale invadono ogni angolo ed è un susseguirsi di moto d'acqua, tuffi a ruota libera e a volte qualche schiamazzo di troppo...
Quando poi però ti ritrovi tu e il tuo libro e i tuoi pensieri riemerge quella pace interiore di serenità che ti fa intravedere nuove vie, nuovi sentieri. A volte anche il solo cambiare il luogo del corpo e dell'anima ti fa ritrovare dei pensieri che non sapevi di possedere.
Sottolineo che questa breve divagazione interiore è condizionata dal mio compagno di letture. Ho portato con me un romanzo della scrittrice spagnola Carmen Martin Gaite, Nuvolosità variabile, dove il viaggio nel mondo interno riporta ad un'arcaica interpretazione della realtà, un'originaria infantile e primaria emozione!

Ma ecco, è passata una barca, l'Elizabeth Excursion, imbarcazione che conduce i turisti in mare aperto alla scoperta di fondali e mete naturalistiche e culturali vicine, e sta per approdare nel nostro piccolo porto di Silo.
Dopo qualche minuto che l'Elizabeth ha sfrecciato salutandoci, la scia bianca e schiumosa che ha dimenticato a poppa si trasforma in onde sepre piùgrandi che si schiantano sulla costiera e mi vedono balzare improvvisalemnte sull'attenti per salvare gli asciugamani da un sicuro inzuppamento!

(continua...)

venerdì 16 luglio 2010

Chiuso per ferie


La cucina dei Bubu spegne i fornelli per una settimana o poco più! In realtà si trasferisce nella piccola isola di Krk in Croazia, dove speriamo di gustare dell'ottimo pesce in qualche ristorantino caratteristico in riva all'altra metà dell'Adriatico!
Questa vacanza giunge al momento opportuno, per scappare dall'afa della città, per riposarci dalle fatiche lavorative e per fare il pieno di entusiasmo per i prossimi mesi! E chissà che non sia d'isprazione per qualche nuova ricetta!
Buone vacanze a tutti e a presto!!

martedì 13 luglio 2010

Uova ripiene


Quando arriva l'estate, e con essa anche i grandi caldi e l'afa, manca un po' la voglia di mettersi davanti ai fuochi, così l'altro venerdì sera, a conclusione di una settimana di lavoro cocente (in tutti i sensi!) ho preparato un piatto freddo a base di uova sode.
La ricetta la conoscerete già tutti e si presta a svariate versioni. Io ho optato per qualcosa di molto semplice con quello che avevo in frigorifero, ma il risultato e la presentazione sono state un successo inaspettato!

Ingredienti

3 uova
2 cucchiai di maionese
1 cucchiaio di capperi
8 olive verdi grosse
sale, pepe
1 filo d'olio

Far bollire le uova ponendole in un recipiente ricoperte di acqua fredda. Al bollore lasciar cuocere per 8 minuti. Scolare e raffreddarle bene sotto l'acqua fredda. Sgusciarle e con un coltello dividerle delicatamente in due perfette metà e con un cucchiaino privarle del tuorlo.
A parte tritare finemente le olive, I capperi e le foglie di basilico.
Raccogliere i tuorli in una scodella, schiacciarli con una forchetta, aggiungere il trito di olive e capperi, la maionese e amalgamere bene. Regolare di sale e pepe e condire con un filo d'olio.
Riempire gli albumi con il composto preparato e riporre in frigo fino al momento di servire!

venerdì 9 luglio 2010

Linguine al limone e cozze profumate al basilico


Cenetta a 4 con un'amica di lunga data e il marito un paio d'anni fa, in un ristorantino della città molto particolare, dove ciascuna stanza nelle quali vengono ricevuti gli ospiti ha un proprio nome che ricorda viaggi e paesi lontani, arricchite con oggetti e candele e ognuna dipinta con colori diversi.
Anche il menù era contraddistinto da pietanze ricercate, io ho scelto i tagliolini al limone con le cozze, con una nota di basilico che non guastava...

Ingredienti

160 gr di linguine (oppure a seconda del vostro appetito!)
4 cucchiai di cozze
mezzo limone
3-4 foglie di basilico
1 cucchiaio e mezzo di farina
sale, pepe

Cuocere in padella le cozze con mezzo spicchio d'aglio e un filo d'olio (per praticità e tempo a disposizione io ho utilizzato quelle gia' pulite e surgelate, il gusto non è proprio lo stesso di quelle fresche ma pazienza...)
Lavare molto bene il limone e grattuggiare la buccia in una scodella.
Aggiungere il succo di mezzo limone e stemperarvi la farina setacciata aggiungendo 1 bicchiere di acqua di cottura della pasta . Far cuocere le linguine in abbondante acqua salata e scolarle molto al dente.
Versare il composto di limone nella pentola della pasta, riversarvi le linguine e le cozze ed ultimare la cottura a fuoco vivace mescolando fino a che la salsina di limone non si rapprende diventanto bella morbida. In ultimo aggiungere il basilico spezzettato ed aggiustare di sale e pepe.
Consiglio di regolare la quantità di succo di limone a seconda dei gusti, io forse ho un po' esagerato e in effetti erano un po' troppo acidini, ma se non fosse stato per quest'errore hanno un sapore molto delicato...